Le recensioni
MARCO NOZZA
IL PISTAROLO
Il Saggiatore, 19 euro, pp 374
Chi è, cos’è la Repubblica Italiana sorta sulla sconfitta della coppia nazifascismo-monarchia?
Chi ha costruito cosa sotto quella perla di lavoro e impegno politico e civile che è la nostra Costituzione? Negli anni di piombo Marco Nozza lavorava al Giorno, e come lui stesso racconta, stava con i pistaroli: un gruppo di giornalisti di diverse testate, “una compagnia di giro, di pronto intervento…”, indipendenti da qualunque bandiera – non embedded – scomodi al potere, con l’ obiettivo professionale di ricostruire la verità attraverso l’analisi dei fatti e dei legami - non sempre resi visibili dai media – che li tengono insieme. Questo testo riguarda le inchieste di Nozza – il processo di Catanzaro è il fil-rouge del libro – come inviato del Giorno in questa nostra nazione repubblicana.. Un testo da leggere e far leggere ai più giovani.
Non si tratta dello sterile elenco degli avvenimenti che hanno segnato quel periodo. Questa è la storia di quegli anni. Tra le date e i cognomi emerge la vita di una nazione, di un giornale –il Giorno – che Nozza vede allontanarsi dai “livelli del grande Giorno delle origini” e la vita e la passione per il giornalismo: “Quando avevamo una notizia, andavamo subito a controllarla da chi risultava maggiormente toccato… ci bastava essere presenti…testimoniare…senza nessuna brama di scoop.” Con Nozza si solleva un tombino e si scende nel paese parallelo in cui democrazia, conquiste sociali, voto ‘libero’ vengono lasciati ai cittadini come le briciole del ricco epulone.
La sensazione durante e al termine della lettura, oltre la rabbia, è solitudine e smarrimento. Una sensazione di abbandono, di messa al bando del significato di cittadinanza e cura per la ‘res publica’ Non so se a torto o a ragione ma è come se da questo tombino salisse una giustificazione sottintesa a quel diffuso disamore impunito verso lo stato e tutti gli apparati che lo riguardano.
Nozza definisce il 1969 “anno tragico” per lo Stato. Il caso Lavorini e la strage di Piazza Fontana sono le prime mosse di questo periodo. Riguardo al primo, il giornalista scava nella Viareggio monarchica di quel tempo, mette a confronto i due punti di vista che occupavano l’informazione e la pubblica opinione di quel tempo: “ci furono subito due correnti…noi (i pistaroli) sentivamo nel sequestro…puzza di politica (bassa politica)… Gli altri preferivano l’aspetto morboso… i giochi sessuali”. La sentenza della Cassazione: “Il movente estorsivo è maturato nel quadro di un programma pseudopolitico”, e il doveroso ricordo del giudice Mazzocchi che arrestò il capo del gruppo dei giovani monarchici.
La strage alla Banca nazionale dell’Agricoltura è una vera e propria ricostruzione dei giorni precedenti quello maledetto: la storia di Valpreda, il taxista Rolandi e il professor Paolucci risalgono la memoria da quel piano non definitivo che è il Purgatorio: sgrammaticato coniugare quella strage al presente, falso mettere tutto al passato remoto, nel senso di finito, compiuto, risolto. Per completare cosa stava accadendo, Nozza salta nel nord-est e approfondisce le radici familiari, strategiche e politiche da cui stavano emergendo Freda Ventura e Giannettini. Da lì il ritrovamento delle veline di Montebelluna – indispensabili per comprendere molti accadimenti – e il sid. Lo sguardo è sempre vivo sull’altra parte in commedia: quel ’torbido’ (e non privo di significati) avvicendarsi dei governi andreotti e rumor negli anni 73-74, e il probabile ‘uso’ dei periodi d’interregno.
Col rapimento Sossi, si salta negli anni del terrorismo brigatista. Che succede nelle brigate rosse dopo l’arresto di Curcioe l’arrivo di Moretti e Frate Mitra; e il ruolo di Franceschini che voleva rapire Andreotti. Chi era Pisetta e come agiva? Nozza scava alla ricerca di quel “livello superiore” denunciato da Passalacqua che sarà poi ‘gambizzato’. La storia degli scomodi Alessandrini: “guardare oltre Piazza Fontana… Il finanziatore (dei gruppi terroristici) riscontra nella ferocia brigatista una coincidenza col proprio interesse” e Tobagi. Cosa cambia con le confessione di Peci. L’ascesa di Craxi e gli equilibri governativi che cambiano.
Lo stesso Nozza si muove sotto scorta: una telefonata al quotidiano ‘La Notte’ lo dà per giustiziato. Il giornalista ricostruisce, nella stanza dell’albergo di Potenza, il processo Malizia a partire dal 1977 e riporta l’aspro confronto con Miceli. Si sposta, confortato dalla memoria e dal suo ‘calepino’ a Catanzaro e riporta gli interrogatori e gli scaricabarile tra gli alti gradi dei servizi segreti.
La strage di Bologna del 2 agosto 1980. “Chi ha messo la bomba, perchè l’ha messa?” la pista libica è responsabile di questa come della strage di Ustica? I depistaggi. Le piste nere e le piste rosse. La fine del ministro Bisaglia. Che c’entra il verbale della riunione del 5 agosto 1980, cui partecipavano 18 alte cariche dello stato (carabinieri, servizi segreti e Cossiga medesimo) di cui ben sei appartenenti alla P2, scomparso da Palazzo Chigi e riemerso quindici anni dopo con una missiva di Cossiga al “manifesto”?
L’ultima parte del libro tratta il sequestro D’Urso, che intrattiene l’opinione pubblica ma non chi sta manovrando per salvare il Corriere della Sera, schierato con le forze che pretendevano le trasmissioni in diretta delle partite del mundialito sulla televisione commerciale. (“la comunicazione costituisce lo strumento di governo permanente dei regimi democratici. E’ per loro ciò che la propaganda è per le dittature”, riporta l’introduzione dell’intervista a N. Chomsky per Monde diplomatique).
Il 20 Marzo 1980 la Corte d’Appello legge la sentenza di cinque assoluzioni per la strage di Piazza Fontana: “Nell’aula esplose un applauso. Vidi l’avvocato Taddei… che andava a buttarsi tra le braccia di Giannettini. Rimasi di sasso perché l’avvocato Rinaldo Taddei era uno degli avvocati di parte civile: e come poteva abbracciare Giannettini ?”(p.283) E’ di questo periodo il termine ‘Toghe Rosse’ : quando la Commissione parlamentare d’inchiesta archivia i procedimenti contro i politici (Andreotti-Rumor-Tanassi) accusati di favoreggiamento nella copertura di Giannettini.
La scoperta degli elenchi con gli iscritti alla P2 da parte dei magistrati Gherardo Colombo e Giuliano Turone, provoca un moto sussultorio sia nel Presidente del Consiglio Forlani che negli affiliati alla loggia. .
Nella primavera del 1981, Nozza segue (come giornalista!) il trionfo di Craxi e la vicenda del Conto protezione, il caso di Roberto Calvi e la questione morale di Berlinguer che “fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti governativi”. Il Psi entra nel pentapartito alla guida del paese: “in direzione di una nuova forma di socialismo, dove il partito, lontano dall’avere una base popolare operaia e contadina, raccoglieva la piccola borghesia degli impieghi pubblici, il ceto medio moderno…desideroso di arricchirsi” (p.301).
La conclusione è dedicata al desiderio, per chi si spartisce il potere, di presentarsi nel duemila con “la coscienza netta, l’immagine trasparente” Come fare pare chiedersi il giornalista: favorendo lo sbriciolamento della memoria con l’obiettivo di mettere una grossa pietra sopra le storie che dividono e fomentano l’odio, o conservando quella “gran voglia di comporre il puzzle” in modo che quel passato aiuti a capire?
Marco Radessi