Le recensioni

THAISA FRANK

GLI OCCHIALI DI HEIDEGGER

Neri Pozza - 347 pg. - 17,00 euro

In un luogo non precisato della Germania della fine della Seconda Guerra Mondiale un bunker sotterraneo ospita i protagonisti dell’Operazione Posta: si tratta di un gruppo di scampati alla deportazione grazie alla loro conoscenza delle lingue che, per ordine del Ministera per l’educazione del popolo e per la propaganda, devono rispondere alle migliaia di lettere di parenti e amici dei deportati per tranquillizzarli e per nascondere la “soluzione finale.” Il filosofo Heidegger e i suoi occhiali sono la molla che fa scattare la trama: L’optometrista di Heidegger è un altro filosofo, Asher Englehardt, che fa questo lavoro da quando le leggi razziali gli hanno impedito l’insegnamento. Ora Englehardt e suo figlio sono rinchiusi ad Auschwitz. Heidegger gli ha scritto una lettera, occorre rispondergli, ma chi è in grado di farlo? Elie, bella e coraggiosa leader del selezionato gruppo di scrivani, escogita quindi un piano per liberare l’optometrista.

Consigliato Si.

Perchè mi è piaciuto l’idea di affidare proprio al filosofo Martin Heidegger, che fu tra coloro che negarono di conoscere la soluzione finale, il ruolo di colui che ricerca la verità. Anche gli occhiali assumono quindi un significato simbolico, il filosofo è cieco e ha bisogno dell’aiuto dell’amico per poter vedere. Capire...

E perchè il surreale bunker sotterraneo e i personaggi a volte grotteschi, esagerati, mi hanno ricordato il lungo convoglio di “Trein de Vie”. Anche qui l’indicibile verità viene assorbita dalla fantasia: se un treno prende il volo, allora un optometrista potrà salvarsi da un campo di sterminio?

Francesca Crespi