Letti e piaciuti

LETTI E PIACIUTI

Riflessioni a tema e singole segnalazioni.

Ci sono titoli di autori che conosciamo e ci teniamo a segnalarvi oppure libri che abbiamo letto e da cui sono nati degli approfondimenti tematici.
A voi la possibilità di leggere, meditare e comunicare.

MURIEL BARBERY
L\'ELEGANZA DEL RICCIO
Una perla.
Un oggetto raro e prezioso, semplice ma elegante.
L?Eleganza del riccio ? cos?: una raffinata perla nel mare di idiozie e banalit? che spesso vengono pubblicate.
Il titolo ? piuttosto strano; non molto accattivante forse ma una volta fatta la conoscenza di Ren?e intuiamo subito cosa vuole rivelarci e ne abbiamo conferma giunti quasi alla met? dell?opera quando Paloma, l?altra protagonista femminile del romanzo, ce lo spiega cosi: ?Madame Michel ha l?eleganza del riccio: fuori ? protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti?.
Ren?e Michel,54 anni, portinaia di un lussuoso palazzo in una delle vie pi? eleganti di Parigi, in cui abitano otto famiglie facoltose, cos? si descrive: ?Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi e se penso a certe mattine autolesionistiche, l?alito di un mammut.?
E forse spunta qui il primo sorriso. Sono le prime parole con cui Ren?e si presenta a noi, e gi? ci viene voglia di scendere fino alla sua guardiola e fermarci a prendere un t? con lei e ringraziarla di quel sorriso.
E questa ? Ren?e, ma non tutto ci? che di Ren?e possiamo scoprire proseguendo con la lettura e che ce la rende, se gi? con lei abbiamo sorriso, sorprendentemente stimabile e adorabile, fragile e ingombrante creatura che a tratti sempre pi? dolci prende forma.
Come se volesse renderci complici da subito del suo inganno Ren?e esce allo scoperto gi? dalla prima pagina e da subito scopriamo che non pu? essere una portinaia qualunque, perch? una portinaia qualunque non legge Marx e nulla pu? sapere dell?Ideologia tedesca.
E infatti, come se facesse l?occhiolino, ci spiega rapidamente che, per mantenere le apparenze, da ventisette anni corrisponde perfettamente al ruolo di portinaia forgiato dal comune sentire: vecchia, sciatta, bisbetica, perennemente incollata alla televisione, con un gatto grasso e sonnacchioso e l?atrio del palazzo che olezza di bollito e zuppa di cavolo?intanto per? veniamo a sapere che legge Tolstoj, che si delizia con la musica classica (anche se nelle ultime pagine ci stupisce con una citazione di un brano di Eminem!), l?arte, il cinema, soprattutto quello giapponese, e la filosofia.
Il suo racconto si alterna nella costruzione del romanzo con il diario di una giovane inquilina dell?elegante palazzo, Paloma, figlia dodicenne di un ricco deputato, dotata di un?intelligenza fuori dal comune e che riassume cos? il senso della vita: ?la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia?; questa ? la condizione degli adulti: affannarsi per convincersi che la vita ha una senso, che esistono cose per cui valga la pena vivere. Per questo ha deciso di togliersi la vita il giorno del suo tredicesimo compleanno, per non entrare nella boccia. Nel frattempo, come Ren?e, interpreter? perfettamente il ruolo che le viene richiesto, quello di adolescente inquieta mediocremente uguale a tutte le altre.
Una menzione speciale tra le figure del romanzo va a Manuela, la domestica portoghese di casa de Broglie, amica di Ren?e e che, come le altre due figure femminili non ? esattamente come ci si potrebbe aspettare da una domestica. Facciamo la sua conoscenza in modo pi? lento e discontinuo e soprattutto non direttamente dalla sua voce come accade per le altre due donne ma da ci? che Ren?e ci fa sapere di lei (Manuela, con tanto di calze contenitive e fazzoletto in testa, ? una vera aristocratica, di quelle che non temono contestazioni, perch? lei ha la nobilt? impressa nell?animo e si fa beffe dei cerimoniali e dei nomi altisonanti), dal suo modo elegante e raffinato di confezionare i biscotti, dalla cura nelle piccole cose.
E poi? Poi arriva Monsieur Ozu, un ricco e sensibile giapponese, l?unico in grado di arrivare veramente all?anima delle donne che abbiamo imparato a conoscere ed amare, l?unico in grado di superare la maschera dello stereotipo, di scoprire quindi l?eleganza del riccio e di far incontrare le tre donne.

Una perla si diceva. Per la raffinatezza dei personaggi, per quelle divertenti istantanee sul mondo aristocratico, snob e irritante del palazzo di Rue de Grenelle, per quelle pagine di pura poesia in cui Ren?e ci parla dei suoi amati film giapponesi.
?Io sono molto camelia sul muschio? ci confida a met? romanzo. E chi non vorrebbe esserlo dopo aver letto l?origine di questa definizione? La camelia sul muschio ? un?immagine di un film giapponese tanto amato da Ren?e, l?attenzione ai particolari apparentemente insignificanti che danno colore alla vita, il dischiudersi della bellezza pura nel cuore delle passioni effimere, la contemplazione dell?eternit? nel movimento stesso della vita.
Una perla.
E se non siete d?accordo provate allora con il test della susina mirabella, un?invenzione di Ren?e: ?Il test della susina mirabella si svolge nella mia cucina. Poggio sul tavolo di formica il frutto e il libro e, addentando l?uno, mi lancio anche sull?altro. Se entrambi resistono ai vigorosi assalti reciproci, se la susina non riesce a farmi dubitare del testo e il testo non giunge a rovinare il frutto, allora so che mi trovo davanti a un?impresa di una certa importanza e, diciamolo pure, inconsueta, perch? ben poche opere non risultano ridicole, insulse e annientate dalla straordinaria succulenta delle piccole delizie dorate.?
Non avevo una susina mirabella ma dei panini dolci al cioccolato?In ogni caso il test ha funzionato.

Simona